Durante la puntata di martedì 27 giugno per RID 96.8 FM. ho avuto il piacere di intervistare Alan Cappelli Goetz, attore e divulgatore ambientale.
–Vorrei soffermarmi sulla distinzione tra attivista e divulgatore perché ultimamente questi attivisti hanno un po’ stufato…
“La differenza è che gli attivisti sono persone che in prima persona fanno delle operazioni a volte anche un po’ invasive, famosi sono quelli di ultima generazione che hanno spruzzato la vernice. Lo sono anche quelli di Greenpeace o del WWF. I divulgatori sono quelli che stanno dietro le quinte, che vengono spesso invitati su questi luoghi per raccontare e fare in modo che queste azioni arrivino tutti, perché se poi loro fanno tutto ciò, ma nessuno lo sa e nessuno ne parla, non serve a nulla”.
–Ci sono attivisti e attivisti, quelli che secondo me rovinano dei monumenti che hanno migliaia di anni per far parlare di sé non so se è la via giusta…
“Io penso che finché non ci sono danni permanenti e queste cose non comportano dei danni ai privati cittadini non mi disturba molto, perché comunque è un modo di far svegliare lo Stato che oggettivamente sta facendo molto poco sulla tematica ambientale, molto poco rispetto a quello che dovrebbe fare. Purtroppo lo Stato non si sta rimboccando le maniche come dovrebbe”.
–Non tutti i cittadini conoscono gli accordi di Parigi o anche gli obiettivi 2030 e 2050, quindi questo è il modo giusto per farsi notare. L’importante che se ne parli…
“È un modo per punzecchiare lo Stato, per infangare la sua reputazione. Dall’altro lato ultimamente gli stessi di ultima generazione invece con la vernice hanno fatto la stessa cosa su yacht privati, aerei di cittadini abbienti”.
–Su questo sei d’accordo?
“Per niente. Vorrei ricordare sempre che è un imbrattamento che non è definitivo, non è oggettivamente un danneggiamento permanente. Tuttavia, quando si crea un disagio al privato cittadino qui il gioco cambia, cioè io capisco che uno possa fare la marcia sul clima e possa occupare le strade perché vuol farsi ascoltare dai governi, ma i cittadini bisogna lasciarli in pace, perché altrimenti si tende a polarizzare il tema. I ricchi saranno sempre ricchi e faranno sempre i ricchi. Tra l’altro yacht e barche sono due settori in cui ancora non esistono alternative elettriche, quindi che devono fare queste persone? Alla fine danno lavoro ai piloti, alle hostess, ai capitani, ai mozzi e all’equipaggio. Comunque c’è un indotto economico che oggi non può essere diverso da quello che è. Quindi andare con la vernice contro le proprietà dei privati finisce per diventare solo una lotta di classe. Ciò porta a creare polarità, il bianco il nero, i cattivi e i buoni e invece il discorso non è questo. Serve semplicemente uno Stato che si prende le sue responsabilità e che agisca più velocemente possibile; Stato che è proprio rappresentata da quella gente che ha la possibilità più velocemente di tutti noi cittadini di fare un cambiamento, di creare le leggi. Per esempio l’Europa ha bannato la parte della plastica monouso e non c’è più sugli scaffali dei supermercati. È bastata una firma”.
–Il fatto che tu sia un ambientalista ti ha fatto sposare un’alimentazione vegetariana…
“Si plant based come dicono gli americani che significa nutrirsi principalmente di vegetali, quindi di alimenti che crescono nella terra come legumi, cereali, frutta e verdura, però ogni tanto succede anche che se sei un’isola e c’è un pescatore che ha tirato su un pesciolino lo mangi. La carne non la mangio proprio invece”.
–E gli insetti li hai mai provati?
“Non li ho ancora mai assaggiati se non quando sono andato in viaggio in Thailandia, però non ho nessun problema, li mangerei come anche la carne di laboratorio. In Thailandia c’era questo sacchetto che sembrava quello delle Fonzies al formaggio, poi mi sono accorto dopo che erano larve di insetto fritte ed erano pure buone”.
–Io credo che tutto questo nostro parlare di alimentazione sia frutto di un retaggio culturale. Ci sono culture dove non mangiano il maiale, culture dove non mangiano la mucca, in Francia mangiano le rane per esempio, insomma è tutto molto culturale…
“Dal punto di visto etico è sempre orribile uccidere un essere vivente per mangiarlo, però ci sono situazioni in cui non puoi fare altrimenti”.
–Ti va di dirci una ricetta vegana?
“Io a casa molto spesso mi trovo a prepararmi delle piadine con vari burger di seitan o di tofu. È molto semplice perché basta andare nel reparto vegano del supermercato”.
–Se ti dico Torcha tu cosa mi dici?
“Ti dico una bellissima amicizia con Marco Cartasegna che è il suo fondatore. Facciamo un po’ quello che fai a RID 96.8 perchè raccontiamo i temi di attualità legati alla sostenibilità nel mio caso, ma loro hanno una pagina che tratta poi tanti altri temi, fanno giornalismo online. È un luogo bello per fare giornalismo perché avvicina i giovani al mondo, li tira fuori dagli algoritmi maledetti”.
–Come attore ora cosa stai facendo?
“Sto girando una serie per Rai1 la seconda stagione di Lea con Anna Valle, Primo Reggiani e Giorgio Pasotti. È una serie molto carina ambientata a Ferrara all’interno di un ospedale pediatrico. Faccio un piccolo spoiler, io sono un infermiere e dovrebbe uscire questo autunno o inverno”.
–Quali sono i tuoi contatti per seguirti?
“Il mio contatto Instagram è Alan Cappelli Goetz, in realtà solo quello perché Tik Tok lo uso un po’ come backup”.
–Vogliamo dare qualche consiglio sulla sostenibilità? Qualche buona azione che potremmo seguire…
“Bisogna tenere a mente due regole molto semplici: votare alle elezioni e votare con il portafoglio. La prima regola significa ovviamente votare i partiti che hanno a cuore la sostenibilità, che hanno un’agenda seria rispetto al programma da fare. La seconda regola significa che ogni volta che spendiamo dei soldi facciamo delle scelte. Quello che possiamo fare inoltre è passare ad un fornitore di energia elettrica al 100% rinnovabile, ed è una cosa a cui nessuno pensa. La gente pensa prima a cambiare l’auto e prenderla elettrica, a fare la dieta vegana, a comprare vestiti vintage, e tutto questo va bene perché anche questo è spendere i soldi in maniera intelligente, ma cambiare fornitore di energia elettrica è fondamentale perché il grosso del nostro impatto e lì”.
–Per esempio quello che consiglio io è di non acquistare mai prodotti confezionati in plastica, ma sempre lo sfuso nel sacchetto di carta…
“Come dice Franco Perrino dovremmo passare la maggior parte del nostro tempo al supermercato nel reparto ortofrutta, perché è lì che dovremmo mangiare”.
No comments yet.